Tramadolo: l’uso prolungato può aumentare il rischio di dipendenza

Dai risultati di uno studio retrospettivo pubblicato sul British Medical Journal è emerso che le persone che assumevano tramadolo da solo dopo un intervento chirurgico avevano un rischio di farne un uso prolungato lievemente più elevato rispetto ai comuni oppiacei a breve durata d’azione.

Per determinare il rischio di un uso prolungato nei soggetti in trattamento con tramadolo rispetto ad altri oppiacei a breve durata d’azione, un gruppo di ricerca della Mayo Clinic ha effettuato un’analisi retrospettiva dei dati relativi alle richieste di rimborso assicurativo di MediCare dal 2009 al 2018 dei pazienti sottoposti a uno di 20 interventi chirurgici comuni e naive al trattamento con oppioidi.

Gli interventi chirurgici sono stati scelti con l’obiettivo di includere le più comuni procedure ospedaliere e ambulatoriali che coprono diversi gradi di dolore postoperatorio.

Nei quasi 358mila pazienti post-chirurgici dimessi con una prescrizione di oppiacei, il più frequente era idrocodone (53%) seguito da ossicodone a breve durata d’azione (37,5%) e tramadolo (4%).

Il team ha scoperto che almeno il 7% dei pazienti ha fatto una nuova richiesta di prescrizione di oppiacei da tre a sei mesi dopo l’intervento chirurgico, e quello più prescritto è stato il tramadolo.

«Quello che sappiamo ora è che non esiste un oppiaceo sicuro, e il tramadolo non è un’alternativa sicura – ha affermato l’autore principale Cornelius Thiels, un chirurgo generale della Mayo Clinic -. Ha essenzialmente un rischio di dipendenza e di uso a lungo termine simile ad altri oppioidi”.

Il tramadolo è un analgesico che agisce modificando i livelli di noradrenalina e serotonina nel cervello. Viene utilizzato per trattare il dolore di entità grave-moderata.

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