Tumore al seno. Nuova formulazione sottocutanea riduce tempi di somministrazione e migliora la qualità della vita delle pazienti

Le pazienti con tumore al seno HER2-positivo possono ora disporre anche in Italia di una nuova opzione terapeutica che consente di diminuire significativamente le tempistiche di somministrazione delle cure grazie ad una nuova formulazione sottocutenea.

L’Aifa ha infatti approvato la rimborsabilità dell’associazione a dose fissa (FDC) di pertuzumab e trastuzumab di Roche con ialuronidasi umana ricombinante, somministrabile per iniezione sottocutanea (SC) nel trattamento del carcinoma mammario HER2-positivo in fase precoce e metastatica.

Un traguardo con un impatto importante sul miglioramento della qualità della vita delle pazienti con neoplasia alla mammella HER2-positiva, che rappresenta il 15-20% dei casi di tumore al seno, a partire dalla diminuzione del tempo necessario alle pazienti per ricevere la terapia, che nella nuova formulazione si riduce a pochi minuti.

Rispetto alla terapia standard con pertuzumab e trastuzumab somministrata via endovenosa, la nuova soluzione terapeutica, disponibile come fiala monodose da iniettare per via sottocutanea, permette infatti di velocizzare il trattamento di oltre il 90%1.

La somministrazione con iniezione sottocutanea necessita di circa otto minuti per la dose di carico iniziale e circa cinque minuti per ogni dose di mantenimento successiva, in confronto ai 150 minuti circa richiesti per la somministrazione di una dose di carico di pertuzumab e trastuzumab tramite formulazioni standard per endovena, e ai 60-150 minuti circa per le successive infusioni di mantenimento dei due medicinali.

L’approvazione dell’associazione a dose fissa di pertuzumab e trastuzumab per iniezione sottocutanea è basata sui risultati dello studio di fase III FeDeriCa, che ha dimostrato che il trattamento con la combinazione di pertuzumab e trastuzumab per iniezione sottocutanea raggiunge livelli ematici non inferiori rispetto alla somministrazione endovenosa, con un’efficacia sovrapponibile.

Il profilo di sicurezza del trattamento in associazione alla chemioterapia è risultato analogo alla somministrazione per via endovenosa di pertuzumab e trastuzumab e chemioterapia. Non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza e nessuna differenza significativa in termini di tossicità cardiaca.

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