Una polipillola per ridurre i rischi cardiovascolari in pazienti con precedente infarto miocardico

Una polipillola contenente aspirina, un ACE inibitore e una statina è risultata più efficace dei trattamenti standard nel ridurre il rischio cardiovascolare in pazienti con precedente infarto miocardico, senza però incidere sulla mortalità per tutte le cause.

È questo il risultato principale dello studio SECURE, i cui risultati sono stati presentati nel corso del meeting annuale del European Society of Cardiology.

Nello studio sono stati arruolati 2499 pazienti, tutti con infarto del miocardio verificatosi nei sei mesi precedenti. A questi soggetti, seguiti per una media di trentasei mesi, è stato assegnato in maniera casuale il trattamento con la polipillola o il trattamento abituale che prevede i farmaci assunti singolarmente.

Il trattamento con polipillola ha determinato un rischio significativamente inferiore di eventi cardiovascolari avversi rispetto all’assistenza abituale. In particolare, un evento avverso maggiore, rappresentato da morte cardiovascolare, infarto del miocardico non fatale, ictus ischemico non fatale o rivascolarizzazione urgente, si è verificato nel 9,5% nel gruppo che ha assunto la polipillola e nel 12,7% nel gruppo delle cure abituali. Un evento secondario, invece, si è verificato nell’8,2% nel gruppo della polipillola e nell’11,7% nel gruppo di cura abituale.

Lo studio conferma che l’uso della polipillola, semplificando il trattamento e migliorando l’aderenza terapeutica può diventare parte integrante delle strategie per migliorare la prevenzione cardiovascolare, in particolare nei pazienti anziani affetti da pluri-patologie che implicano l’assunzione di un numero rilevante di farmaci.

Tuttavia, la polipillola potrebbe non essere prescrivibile nei pazienti che hanno controindicazioni anche a uno dei principi attivi o essere interrotta per la comparsa di possibili effetti indesiderati o aggiustamento del dosaggio. In quest’ultimo caso, però, la polipillola di Secure avendo più dosaggi permetterebbe di scegliere la formulazione più appropriata in base alle caratteristiche dei pazienti.

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