Violenza operatori sanitari. Fenomeno in aumento fra celebrazioni istituzionali e richieste di sicurezza
La violenza ai danni degli operatori sanitari, negli ultimi anni ha assunto proporzioni che non posso più essere ignorate.
Gli episodi di aggressioni a operatori sanitari e sociosanitari, soprattutto, nei pronto soccorso, sono un fenomeno in crescita. Nel quinquennio 2016-2020 sono stati più di 12mila i casi codificati dall’Inail come violenze, aggressioni, minacce e similari nei confronti del personale sanitario e socio-sanitario, con una media di circa 2.500 l’anno, ma sono sicuramente di più, dato che a volte non vengono denunciati dalle vittime.
Il Ministro della Salute Orazio Schillaci, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari che si celebra il 12 marzo, ha dichiarato che “ci troviamo alle prese con un vero e proprio dramma sociale, in uno scenario vergognoso, poco degno di un Paese civile. È un problema culturale- continua Schillaci– chi arriva al pronto soccorso deve capire che i medici e gli infermieri sono lì per aiutare. Stiamo avviando come Ministero della Salute una campagna di sensibilizzazione e, in collaborazione con il ministero degli Interni, abbiamo aumentato il numero di presidi di polizia presenti all’interno degli ospedali “.
Buoni propositi e celebrazioni alla quali dovrebbero seguire i fatti secondo Antonio De Palma presidente di NursingUp, storico sindacato degli infermieri.
“Gli infermieri sono avviliti e demoralizzati e le parole pronunciate nelle “giornate celebrative”, servono davvero a poco, se a poche ore dai proclami che raccontano di Osservatori e di indagini governative, un altro infermiere, durante un turno di notte in ospedale, viene preso a calci e pugni”.
Un fenomeno che seppur in maniera differente, interessa anche la categoria dei farmacisti vittime molto spesso di rapine ma anche di violente aggressioni in farmacia.
“La violenza perpetrata ai danni del personale sanitario è un fenomeno che riguarda l’intera collettività e, come tale, va contrastato e condannato senza se e senza ma – ha dichiara invece Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI). Difendere l’incolumità di chi è quotidianamente in prima linea per tutelare la salute delle persone è un atto doveroso, innanzitutto nei confronti degli operatori, ma anche dei cittadini ai quali vanno garantite la qualità e la sicurezza dell’assistenza sanitaria.
Gli atti di violenza – continua il presidente FOFI – si ripetono con preoccupante frequenza anche nei confronti dei farmacisti mentre esercitano la loro professione al servizio dei cittadini, rappresentando il primo e più accessibile presidio sanitario sul territorio.
A ciò si aggiungano gli episodi di furti e rapine subiti da farmacie e parafarmacie, bersaglio di malviventi, se non addirittura di ladri seriali, che agiscono anche durante il servizio al pubblico, mettendo a rischio l’incolumità di tutta la comunità”.
“Abbiamo da poco celebrato la Giornata del personale sanitario per ricordare l’impegno profuso da tutti i professionisti durante la pandemia: rendere onore a chi lavora instancabilmente per rispondere alle necessità dei cittadini vuol dire anche impegnarsi per tutelare, sempre e in qualsiasi contesto, il personale e le strutture del SSN che non possono e non devono essere in alcun modo oggetto di atti di violenza”, conclude Mandelli.